Al centro del lato orientale del Foro di Augusto si ergeva il Tempio di Marte Ultore (dal latino Ultor = Vendicatore). La sua costruzione si deve a Ottaviano Augusto, che aveva fatto voto di dedicare un santuario a Marte alla vigilia della battaglia di Filippi, combattuta nel 42 a.C. insieme a Marco Antonio contro Bruto e Cassio per vendicare l’uccisione di Giulio Cesare, suo zio e padre adottivo. Il Tempio fu inaugurato nel 2 a.C.
Da sculture antiche conosciamo l’aspetto del frontone. Al centro erano le statue di Marte e Venere, ritenuti i progenitori dei Romani e della Gens Iulia, la famiglia di Cesare e di Ottaviano Augusto. Ai lati della coppia divina si trovavano le personificazioni della Fortuna, della Dea Roma, del Palatino, del Tevere e la statua di Romolo, mitico fondatore della Città nel 753 a.C. e suo primo re.
Il gruppo statuario trasmetteva un messaggio di legittimazione della presa di potere della Gens Iulia, che, secondo la leggenda, discendeva da Iulo Ascanio, figlio di Enea, a sua volta figlio di Venere. Da Iulo Ascanio discendeva anche Rea Silvia, che concepì Romolo con il dio Marte.
Il tempio fu completamente demolito, tranne le tre colonne esterne ancora in piedi e il basamento, per recuperare marmi e altri materiali da costruzione già all’epoca del regno del re ostrogoto Teoderico (493-526). Tra IX e X secolo sul basamento si insediò il primissimo nucleo del monastero di San Basilio, ingranditosi con il tempo e poi passato tra XII e XIII secolo ai Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme (detti poi di Rodi, oggi di Malta).
Nel 1566 il complesso fu donato da papa Pio V (1566-1572) a un gruppo di monache domenicane: furono costruiti un nuovo monastero e una nuova chiesa, che occupò l’area del Tempio di Marte e che fu dedicata alla Vergine Annunziata. La gran parte di queste strutture fu demolita tra 1924 e 1932 per liberare i resti monumentali di epoca romana. Molti frammenti marmorei rinvenuti all’epoca sono visibili presso il Museo dei Fori Imperiali.