Un importante risultato per la conoscenza del Foro di Traiano è stato ottenuto con gli scavi effettuati dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali nel 1998-2000. Infatti, nel punto in cui i Fori di Augusto e di Traiano si congiungono si ipotizzava in passato l’esistenza di una grande piazza lastricata che separava i due complessi architettonici.
Gli scavi hanno invece evidenziato la presenza di una corte, porticata su tre lati e riccamente decorata con marmi colorati. I tre bracci di portico erano infatti sostenuti da colonne corinzie lisce di marmo cipollino verde venato ed erano pavimentati con lastre alternate, in cipollino e in portasanta di colore rosato-rossastro.
Sulle colonne correva un architrave decorato con un rilievo raffigurante simboli del dio Apollo: tripodi e coppie affrontate di grifoni alati. I simboli facevano riferimento alla disputa tra Ercole e Apollo per il possesso del tripode del Santuario di Delfi, vinta da Apollo stesso. I grifoni, invece, erano i mitici custodi del tesoro del io.
Alla sommità del portico svettava un’iscrizione, in lettere di bronzo rivestite d’oro, che celebrava la costruzione del monumento, compiuta da Traiano con i proventi della vendita della ricca preda ottenuta dalle due guerre contro il popolo dei Daci (nel 101-102 e nel 105-106 d.C.).
La corte porticata costituiva una sorta di sontuoso vestibolo di ingresso al Foro di Traiano da sud e, contemporaneamente, era l’unico passaggio che metteva quest’ultimo in comunicazione con l’adiacente Foro di Augusto.