Uno scavo archeologico realizzato dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali tra il 2004 e il 2006 ha permesso di scoprire la porzione di circa 500 metri quadrati del tratto centrale della piazza del Foro di Augusto. La piazza era pavimentata in origine con lastre di marmo bianco lunense (proveniente dalle cave di Carrara in Toscana) ed era decorata da numerose statue.
L’analisi degli importanti dati archeologici ha dimostrato che la piazza del Foro era stata privata di larga parte della sua pavimentazione e abbandonata all’accumulo degli interri naturali già tra il IX e il X secolo. È possibile che la fondazione del vicino monastero di San Basilio, edificato proprio in quel periodo sul basamento del Tempio di Marte Ultore, abbia provocato tale spoliazione, finalizzata al recupero di materiali da costruzione.
Per molti secoli l’area rimase incolta e fu soggetta a fenomeni di impaludamento finché dopo la metà del XVI secolo non se ne decise la bonifica. Finalmente, a partire dal 1584 nella zona furono costruiti i primi edifici che formarono il Quartiere Alessandrino. Alcuni di questi edifici appoggiarono le proprie fondamenta e i pavimenti delle cantine sul piano dell’antica piazza del Foro, provocando purtroppo la completa asportazione di ciò che rimaneva della decorazione di età romana.